Il Comitato "Giornalismo e Tradizioni religiose" origina da considerazioni culturali, forse mediatiche, piuttosto che teologiche. Sulla convinzione che la dimensione spirituale e quindi trascendente sia elemento portante della struttura umana, si è pensato di contribuire alla conoscenza scientifica con la diffusione dei caratteri fondamentali delle tradizioni religiose più diffuse in questo momento storico. Marta Brancatisano 

Valorizzare attraverso i mass media il contributo che le diverse religioni possono offrire al pluralismo, sviluppando un’informazione corretta e completa, in un’ottica realmente pluralista e rispettosa delle differenze. Proposta: una sorta di authority per i media sul tema delle religioni. Un organismo, più attento all’informazione che alla censura, che si ponga come interlocutore per fornire informazioni più corrette ed approfondite sulle religioni agli operatori dei media e facilitare la comunicazione tra esponenti ed esperti del settore ed i media. Davide Dionisi 

In un contesto multiconfessionale e multireligioso quale quello italiano ed europeo è urgente, utile e necessaria una corretta conoscenza delle tradizioni religiose. L'ignoranza innesca un processo pericoloso la cui decostruzione è operazione sempre più complessa ed intricata, difficile e non indolore. La corretta comunicazione può aiutare il processo inverso, il passaggio dal sospetto alla fiducia attraverso un'ermeneutica della coerenza, quella che una corretta comunicazione può dipanare. Giuliano Savina 

Le ricerche in ambiti disciplinari come la Sociologia della religione e dei processi culturali, l’Antropologia e la Psicologia della religione confermano in modo evidente che non possiamo utilizzare più il termine “secolarizzazione” come categoria descrittiva delle società contemporanee occidentali. La dimensione del sacro, intorno alla quale si svolgono i nodi cruciali dell’esistenza, presenta oggi scenari inediti rispetto al passato e pone al mondo della comunicazione sfide improrogabili. Claudia Caneva 

Le principali fonti di informazione degli italiani sono algoritmiche. Una sfida per chi è impegnato nel racconto della vita della Chiesa, dei contenuti di fede e del Magistero che, a corrente alternata, riescono a "bucare" la Rete. Messaggi sottoposti spesso a distorsioni. E molti dei temi cari al cristianesimo sono esposti, inoltre, ad un alto tasso di polarizzazione. Le fonti di informazione sono i canali che contribuiscono alla costruzione delle opinioni. Una sfida per chi produce e per chi consuma informazione. Fabio Bolzetta 

Il tema della comunicazione delle tradizioni religiose ha sempre un prerequisito nella personale vita e testimonianza del singolo fedele. Un comunicatore efficace è chi ha capacità di percepire la propria fede nel contesto storico, attualizzando le modalità espressive, e nella consapevolezza che il fatto religioso e ogni credo è oggi un "contenuto di minoranza" nel grande ambiente della comunità digitale. Su qualsiasi piattaforma comunicativa, è possibile con professionalità e sincerità proporre prodotti adeguati, che partano da testimonianze reali, dal vissuto, che è sempre una chiave apprezzata e premiata dalle audience. E su questo terreno la tradizione religiosa ha molto da dire. Giovanni Cubeddu 

Dall’invenzione del cinematografo all’esplosione delle piattaforme streaming, cinema e televisione hanno sempre avuto l’ambizione di raccontare per immagini le storie delle tradizioni religiose. Tutt’oggi, la domanda di faith content è in crescita rampante, in un mercato che reclama nuove linee narrative ed un approccio fresco al racconto della spiritualità. Come renderlo attuale per le nuove richieste del pubblico? Luca Bernabei 

Il controverso rapporto tra religione e mass media riflette la complessa relazione che oggi caratterizza la religione rispetto alla società contemporanea e ci spinge a ripensare cosa siano le religioni, cosa siano i media. Le piattaforme digitali e le serie tv abbondano di simboli e di riferimenti religiosi che raramente veicolano messaggi spirituali e propongono modelli che influiscono sulla vita reale dei telespettatori, anche se tendenzialmente non coincidono con il comune sentire popolare. Davide Jona Falco 

Nell'era delle piattaforme e delle serie TV, la narrazione della religione, in particolare dell’Islam, è diventata più sfaccettata. Oggi le serie mostrano la quotidianità di musulmani che affrontano dilemmi identitari e morali nel vivere la propria fede in contesti moderni. Si toccano temi come islamofobia e pregiudizi, contribuendo a superare stereotipi e a promuovere una visione empatica della religione. Queste narrazioni costruiscono un ponte di comprensione interculturale e arricchiscono il discorso sulla diversità religiosa. Zouhir Louassini 

La fenomenologia religiosa ha sempre avuto difficoltà ad essere presente nella comunicazione di massa, dove ha fatto breccia solo per notizie scandalistiche, avvenimenti straordinari quali l'elezione di un Papa, eventi presuntivamente miracolistici. Soprattutto è carente l'approccio critico-intellettuale, che del resto sconta il basso livello di cultura religiosa della popolazione. Sembrano invece avere più successo le narrazioni visualizzate cinematografiche e televisive, anche di tipo pubblicitario, che hanno come protagonisti alcuni soggetti religiosi. Roberto Cipriani 

«La Rassegna mensile di Israel», fondata da Alfonso Pacifici e da Dante Lattes nel 1925, è la più importante sede di dibattito culturale dell'ebraismo italiano. I quasi novanta volumi, i contributi scientifici pubblicati, le centinaia di libri recensiti fanno della rivista una fra le più longeve e autorevoli voci dell’ebraismo europeo, interrotta solo dalle leggi antiebraiche del fascismo, dalle persecuzioni e dagli eventi bellici. Nella relazione verranno illustrate le personalità dei fondatori della Rivista ed esemplificati i temi principali di cui essa si occupa. David Gianfranco Di Segni 

Il tema dell’incidenza dell’uso degli strumenti e linguaggi dei nuovi media sulla trasmissione della conoscenza e della tradizione orale è stato il tema di quest’anno dell’incontro annuale al Senato organizzato dall’Unione Induista Italiana in occasione delle celebrazioni del Diwali. Alla condivisione di alcune riflessioni emerse durante il convegno seguirà l’analisi di un case study sulla copertura della festa del Lolark Shasthi utilizzando articoli ed immagini pubblicate dalla stampa internazionale e da un settimanale italiano di politica internazionale. Ghita Micieli De Biase 

L’islam ha una ricchissima storia e presenta realtà molto composite: più di 54 Stati di cultura e religione islamica, tante lingue e modi di vivere, ma in Occidente tutto questo viene omesso perché è faticoso e impegnativo conoscerlo e sembra quasi rischioso trovare tratti comuni. Ci sono più di due milioni e mezzo di immigrati musulmani in Italia ma nei mass media italiani la loro presenza come giornalisti, analisti e dirigenti è molto risicata. Serve un costante dialogo reciproco e il comune impegno di stampa italiana e mondo islamico per superare l’immagine collettiva popolare e l'anti islamismo. Ahmad Ejaz 

Anche quando affrontano temi religiosi, i media non esitano a far ricorso a espressioni gridate: scandalo, blasfemia, scomunica, genocidio et similia. Parthenope, l’ultimo film di Paolo Sorrentino, e la foto delle due carrozzelle Bergoglio/Bonino: due fatti recenti con ampia e non sempre approfondita copertura giornalistica, e tribale rappresentazione social. La liquefazione del sangue di San Gennaro, dopo un mimato rapporto sessuale tra i protagonisti della nuova pellicola del regista napoletano, e il dialogo di una coppia di opposti che si attraggono (un dialogo nobile che nell’arena digitale diventa ignobile). Antonino Piccione

 

Programma 

I Parte 

Modera Antonino Piccione, Caporedattore ISCOM 

9.30 Indirizzi di saluto 
Marta Brancatisano, Comitato “Giornalismo & Tradizioni religiose” 
Davide Dionisi, Inviato speciale del Governo italiano per la promozione della libertà religiosa 
Giuliano Savina, Direttore Ufficio nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso, Conferenza Episcopale Italiana 

10.15 La presenza delle tradizioni religiose nei media 
Claudia Caneva, Preside Istituto Superiore di Scienze Religiose “Ecclesia Mater”, Pontificia Università Lateranense 
Giovanni Cubeddu, Direttore editoriale Cinitalia 
Fabio Bolzetta, Presidente Associazione WebCattolici Italiani 

11.15 Pausa 

II Parte 

Modera Rossella Miranda, Centro Studi sul Medio Oriente - CEMO (Fundación Promoción Social) 

11.30 La narrazione della religione nell'era delle piattaforme e delle serie tv 
Luca Bernabei, Amministratore delegato Lux Vide 
Davide Jona Falco, Assessore alla Comunicazione Unione delle Comunità Ebraiche Italiane 
Zouhir Louassini, Giornalista Rai News 

12.30-13.30 I media confessionali in Italia (radio, tv, giornali, siti web) 
Ghita Micieli De Biase, Unione Induista Italiana 
David Gianfranco Di Segni, Direttore La Rassegna Mensile di Israel 
Roberto Cipriani, Emerito di Sociologia, Università Roma Tre 
Ahmad Ejaz, Centro Islamico Culturale d'Italia 

Comitato organizzatore 
Marta Brancatisano, Manuel Sanchez, Antonino Piccione 

Contatti
06 6867522 - info@iscom.info 

*Gruppo di lavoro coordinato dalla Pontificia Università della Santa Croce: giornalisti, accademici, esponenti di diverse realtà religiose. Per promuovere – attraverso seminari e pubblicazioni - l'eccellenza nella comunicazione su religione e spiritualità nei media, e favorire la comprensione del fattore religioso nel contesto sociale e nell’opinione pubblica.