Mercoledì 21 febbraio 2024 si è svolta una nuova giornata su comunicazione e migranti, dal titolo “Migranti e rifugiati tra solidarietà e paura”, promossa in collaborazione con l’Associazione ISCOM e il Comitato Informazione, migranti e rifugiati. L'attività ha cercato di offrire una nuova occasione di confronto tra autorità, accademici, giornalisti e responsabili di organizzazioni umanitarie per mettere a fuoco le sfide del sistema dei media e per contribuire a una informazione più accurata nella lettura e nella rappresentazione del fenomeno migratorio. Con particolare attenzione all'etica e alla deontologia della professione giornalistica, l’iniziativa si rè rivolta in primo luogo agli operatori dell’informazione e ai responsabili della comunicazione di istituzioni ecclesiali ed educative impegnate sul tema.

 
LA GIORNATA IN PILLOLE

Raccontare le migrazioni è senza dubbio oggi uno dei compiti meno facili per diverse ragioni. Anzitutto, perché il fenomeno della mobilità umana non è qualcosa di statico ma di dinamico, continuamente in cambiamento. I numeri ce lo ricordano: nel 2023 le persone in movimento hanno superato il numero di 300 milioni. In secondo luogo, il fenomeno della mobilità umana, delle migrazioni interessa in maniera diversa tutti i Continenti e i Paesi, ricchi e poveri: è un fenomeno globale.
Gian Carlo Perego

Il Messaggio di papa Francesco per la 109a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è intitolato “Liberi di scegliere se migrare o restare”. Partendo dalle considerazioni delle cause delle migrazioni contemporanee, il pontefice mette in discussione tale libertà, così come la possibilità di esercizio del diritto a non dover emigrare. Il ripristino di tale diritto fondamentale necessita di una serie di azioni da parte di diversi attori politici e sociali, che devono essere interpetrate nel segno di una corresponsabilità globale. Tra questi ci sono anche gli operatori della comunicazione. 
Fabio Baggio

Da tempo evocati come possibile soluzione ad una migliore gestione migratoria, i canali regolari di migrazione si presentano come una misura in grado di fare incontrare interessi e necessità di paesi di origine e destinazione. La Banca Mondiale riferisce che la mancata strutturazione di canali regolari ha un’influenza sullo sviluppo dell’economia mondiale: ogni anno le perdite ammontano a circa 1,3 trilioni di dollari e circa 30 milioni di posti di lavoro restano vacanti.
Laurence Hart

Lo Stato Islamico ha perso la capacità di inviare terroristi in Europa, ma gli individui ispirati dall'organizzazione rappresentano ancora una minaccia. Con l'Europa che ha migliorato le sue difese, i rischi di attacchi camuffati e incitamenti alla violenza sussistono. Il successo dei talebani in Afghanistan e l'esistenza di rifugi sicuri per i jihadisti potrebbero rafforzare la loro propaganda e competizione. L'aumento dell'estremismo nell'Africa subsahariana, mirato contro le comunità cristiane, e gli appelli alla "rabbia dei musulmani" da parte di Hamas intensificano la minaccia di attacchi spontanei in Europa.
Claudio Bertolotti

I flussi migratori riguardanti individui extracomunitari, che lasciano le terre d’origine alla ricerca di migliori condizioni economiche, costituiscono un dato di realtà che impone l’adozione di interventi pubblici di carattere organico, nell’ottica di contemperare i diversi interessi coinvolti. Tanto a livello nazionale quanto a livello eurounitario, il tema dell’accesso al lavoro dei cittadini dei Paesi terzi è divenuto centrale nel dibattito politico: interessante comprendere i pilastri alla base del diritto vigente e le novità intervenute di recente in materia.
Rocco Iodice

Comunicare le migrazioni è una sfida complessa da affrontare confrontandosi con eventi di portata storica in continuo divenire: le guerre, le crisi internazionali, i cambiamenti climatici.
Nell’esperienza del Centro Astalli, Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Italia, dare voce ai rifugiati, creare spazi affinché le persone migranti siano protagoniste di un’offerta culturale, narratrici in prima persona della loro storia e testimoni di una presenza culturale con ricadute positive per l’intera società è la priorità. Come lo è pure rendere visibili Paesi e contesti da cui hanno origine molte delle migrazioni forzate, raccontando temi che spesso rimangono ai margini come conflitti endemici, persecuzioni e carestie. Rendere la narrazione delle migrazioni un tema non più divisivo ma su cui costruire una nuova idea di società è possibile. Per questo il Centro Astalli, in collaborazione con alcune biblioteche di Roma, ha in programma degli incontri dal titolo “Ti racconto una storia, ti racconto di me” in cui alcuni uomini e donne rifugiate si raccontano attraverso il metodo della “biblioteca vivente”.
Francesca Cuomo

Sant’Egidio ha dato vita dal 2016, insieme alle Chiese protestanti in Italia, alla Caritas e altre associazioni, ai “corridoi umanitari”. Si tratta ormai di una best practice, una soluzione legale e sicura per evitare le morti in mare, così come la tratta degli esseri umani e facilitare l'accoglienza dei migranti vulnerabili senza costi per lo Stato. Un’iniziativa che incoraggia alla solidarietà e libera dalla paura. Un ruolo fondamentale lo svolgono infatti i cittadini e le comunità locali che accolgono gratuitamente permettendo un’efficace integrazione anche a beneficio di chi accoglie. Il modello deicorridoi umanitari dovrebbe essere implementato in Europa ed esteso anche a chi emigra per motivi di lavoro per far fronte alla grande necessità di forza lavoro.
Alessandra Trotta

Corridoi umanitari, un progetto ecumenico con cui cattolici e protestanti hanno voluto mostrare un modello di aiuto e accoglienza sostenibile, efficace ed umano, puntando sull’attenzione alla dignità delle persone e su un’alta qualità di integrazione come via maestra per affrontare le sfide che i fenomeni migratori pongono. I corridoi umanitari nutrono l’umanità di chi accoglie e di chi è accolto. La gioia dell’arrivo in un paese finalmente sicuro di chi è stato vittima di guerre, gravi limitazioni dei diritti fondamentali, violenze e torture orrende, ci ricorda quanto sia importante non considerare mai scontate le conquiste di libertà e democrazia.
Cesare Zucconi

La parola-chiave è umanità: quella che è urgentemente necessario restituire a persone che, obbligate a lasciare le loro terre, cercano un futuro di dignità e diritti. A noi, sulla sponda nord del Mediterraneo, il dovere di perseguire soluzioni basate su quella parola.
Riccardo Noury

Renitenti alla leva di chi pretende solo notizie con l’elmetto o alla moda, indisponibili alla chiamata alle armi di chi da opposte sponde ideologiche vuole schiacciarli su una comunicazione “di scopo”. Per i cronisti é la trincea di autodifesa dalla “pornografia” dell’immigrazione, se é concesso traslarvi il senso del termine che per il sociologo Loïc Wacquant sta alle relazioni sentimentali come l’epopea securitaria alla criminalità: «Uno specchio che deforma fino al grottesco, in un pruriginoso teatro burocratico-mediatico, posizioni acrobatiche decisamente inverosimili».
Luigi Ferrarella 

Si è tornato a parlare di migranti. E si è tornato a parlarne male. Nel 2023, è aumentata l’informazione in termini quantitativi ma è peggiorata in termini qualitativi. Vocaboli come la parola “clandestino” e toni allarmistici che in parte erano stati abbandonati sono di nuovo riemersi, specialmente nel discorso politico. E così i migranti sono tornati a far paura. Mentre le vittime di tratta, soprattutto per sfruttamento sessuale, sono diventate completamente “invisibili” sia nella realtà che nella narrazione. 
Anna Pozzi

Dentro la cornice dei resoconti giornalistici, le fotografie hanno spesso la funzione di legittimare il contenuto testuale. Altro intento ad esse attribuito è quello di nutrire il nostro immaginario: la fotografia di un barcone pieno di migranti rappresenta l’invasione imminente di migliaia di persone nel nostro Paese. Ma la fotografia è anche uno strumento che può essere impiegato per sfidare le narrazioni mediatiche dominanti, mostrando il migrante quale soggetto che agisce in un contesto stratificato e ostile ma che può ribaltarsi per diventare positivo e di integrazione.
Giulia Tornari 

Il fenomeno migratorio oggi coinvolge milioni di uomini, donne, bambini appartenenti a mondi, etnie, culture, lingue, religioni diverse. Raccontare questo mondo in modo serio e consapevole è uno dei compiti della Fondazione Migrantes che ogni anno pubblica tre Report con numerie e riflessioni che hanno l’obiettivo di aiutare la comprensione. Si tratta del Rapporto Immigrazione con Caritas Italiana, del Rapporto Italiani nel Mondo, unico studio sulla mobilità italiana e il Rapporto sul Diritto d’Asilo.
Raffaele Iaria 

Probabile che, con l'avvicinarsi delle Europee, i partiti tornino a cavalcare il tema Migranti e a marcare la propria “identità”, incoraggiati dal sistema di voto proporzionale. L'approccio analitico sarà soppiantato dalle scorciatoie ideologiche. Il fenomeno, strutturale com'è, tornerà a essere spacciato come emergenziale. L'informazione non abdichi al proprio ruolo, non si faccia megafono delle opposte tifoserie, incalzi le forze politiche e i candidati a un confronto improntato alla verità: contribuisca a civilizzare un contesto da anni avvelenato da slogan e cinismo.
Antonino Piccione